UGUALIANZA

La Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati è prevista dal Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà. La Carta è consegnata a ciascun detenuto o internato nel corso del primo colloquio con il direttore all'atto del suo ingresso in istituto per consentire il migliore esercizio dei suoi diritti ed assicurare la maggiore consapevolezza delle regole che conformano la vita nel contesto carcerario.
Al detenuto, oltre alla Carta, sono consegnati gli estratti della legge 26 luglio 1975, n. 354: Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà.
I diritti dei detenuti:
- Diritto di avvertire i propri familiari
- Diritto di nominare uno o due difensori di fiducia
- Diritto di avere colloqui con il proprio difensore
- Diritto di permenere all'aperto
- Diritto a un'alimentazione sana
- Diritto alla salute
- Diritto di praticare il proprio culto
- Diritto di esercitare il voto
I doveri dei detenuti:
Rispettare le norme dell'istituto
Mantenere l'ordine e la pulizia
Adempiere agli obblighi lavorativi
Sottoporsi alle perquisizioni
Non introdurre o detenere oggetti proibiti
Non effettuare comunicazioni illecite
Non intimidire o sopraffare altri detenuti
Rispettare gli orari e le disposizioni disciplinari
Non commettere atti contrari alla legge anche in carcere
ARTICOLO 27:
La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte.
Primo comma: principio della personalità della responsabilità penale, dove ognuno deve rispondere del proprio comportamento e nessuno deve subire sanzioni per reati commessi da altri.
Secondo comma: si stabilisce la presunzione di non colpevolezza dell'imputato fino al momento della condanna definitiva, cioè quando non sono più ammessi ricorsi perché sono stati esauriti tutti i gradi del processo oppure perché sono scaduti i termini di presentazione.
Terzo comma: le pene che si applicano agli autori dei reati devono rispettare la dignità umana e devono rieducare il condannato, favorendo il suo recupero e il suo reinserimento nella società.
Quarto comma: ripudio della pena di morte, in nome di un sistema democratico che rispetti il diritto alla vita e non si arroghi il diritto di mettere fine a una vita umana